ore 10,00 e ore 21,00

Spettacolo fuori abbonamento

musical, regia di MAURIZIO COLOMBI, musica dal vivo con 12 performer

Spettacolo inserito anche nel cartellone rivolto alle scuole, per ragazzi dai 16 anni
Info e prenotazioni: info@teatrosandomenico.com

Avvicinare i ragazzi ai Promessi Sposi – spiega il direttore artistico della Fondazione San Domenico Maurizio Colombivuol dire avvicinarli alla cultura e alla storia a cui appartengono, ma significa anche avvicinarli al teatro e fare loro conoscere e apprezzare il teatro: è un obiettivo che ci dobbiamo porre tutti, consapevoli del grande patrimonio che il teatro rappresenta per la nostra società”.

Lo spettacolo si terrà a Crema presso il Teatro San Domenico il giorno della Festa del Papà, il 19 marzo, alle ore 10,00 per le scuole (ragazzi dai 16 anni in su) e alle ore 21,00 per tutto il pubblico.

In scena dodici performers professionisti che si esibiranno in canto, ballo e recitazione, lo spettacolo è suonato in parte dal vivo, le musiche sono originali. “Si tratta di una satira sui promessi sposi, l’obiettivo non è quello di insegnare, ma di far divertire i ragazzi per sottolineare i personaggi in modo divertente” – continua Maurizio Colombi che ne ha curato la regia.

Il progetto “Sposi Promessi…a teatro” è stato presentato lunedì 5 febbraio a Palazzo Pirelli: lo spettacolo è stato pensato e allestito in occasione del 150° anno della morte di Alessandro Manzoni e ha come scopo quello di avvicinare gli studenti delle scuole alla conoscenza dell’opera dei “Promessi sposi” rivisitata in chiave moderna.

Non bisogna aspettarsi la classica commedia musicale, ma una scanzonata rappresentazione nello stile della commedia dell’arte, che unisce prosa, danza e musica. Tradizione e modernità andranno a braccetto appassionatamente.

Si tratta di un varietà umoristico ispirato al celebre romanzo di Alessandro Manzoni. È una parodia che ripercorre gli episodi più significativi del romanzo per eccellenza della letteratura italiana. La storia è ambientata nella Lombardia seicentesca succube della dominazione spagnola. Renzo Tramaglino e Lucia Mondella vogliono sposarsi, ma il parroco don Abbondio cede alle minacce dei bravi inviati da don Rodrigo, signorotto locale ossessionato dal desiderio di avere per sé la giovane ragazza. Questo causa l’allontanamento dei due sposi promessi e il concatenarsi di vicende che costringeranno i protagonisti a confrontarsi con svariate tipologie di personaggi e avversità. L’eterna lotta fra bene e male, fra cattivi e buoni, fra fede e pentimento dei peccati, passerà attraverso gli occhi dei due giovani intrecciandosi con i burrascosi avvenimenti storici che sconvolsero la Lombardia del 1630: la fame e la carestia del pane, la peste, la milizia dei Lanzichenecchi. Sarà alla fine la divina provvidenza a sistemare disgrazie e disavventure, perché “la fiducia in Dio rende i guai utili per una vita migliore”. All’interno della vicenda si inserisce un gruppo di scalcinati attori impegnati in una rappresentazione teatrale del romanzo che colora l’adattamento con divertenti gag in un clima surreale.

Lo spettacolo raccoglie le fasi salienti del romanzo di Manzoni mettendo in risalto le caratteristiche dei personaggi attraverso canzoni appartenenti alla cultura musicale nazional-popolare: da “Brava” di Mina a “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri, passando da Edoardo Bennato alla Pantera Rosa, dai Queen a Michael Jackson e Loredana Bertè. Ma da buon varietà che si rispetti, c’è spazio anche per una sigla (in questo caso in stile barocco), canzoni inedite, divertenti coreografie, esilaranti digressioni sul tema e un concentrato di dialoghi che rispettano fedelmente il romanzo originale ma recitati in modo da esaltare i personaggi.

Se l’originale è un romanzo di formazione (che racconta, cioè, l’evoluzione dei protagonisti verso la maturità e l’età adulta), Gli sposi promessi show compiono un processo inverso. Questa riduzione teatrale farà tornare bambini gli adulti grazie all’arte della comicità e della leggerezza. Saranno i momenti drammatici a far ridere lo spettatore.

Il tema religioso, le questioni politiche ed economiche che derivano dalla personale riflessione del Manzoni alla luce della tradizione Illuminista, il rapporto fra umili e oppressi, fra chiesa e giustizia popolare, fra nobiltà e potere, nonché l’autobiografica esperienza manzoniana e il suo rapporto con le nuove idee del Romanticismo, rendono “I Promessi Sposi” ancora attuali.

Manzoni racconta della società frivola ed egoista di un tempo. Evidenzia i privilegi di cui disponevano le persone più ricche ed agiate e tutta la sofferenza e la sottomissione cui erano costrette le persone più povere. Ma il bene può essere presente in ognuno di noi, basta scavare a fondo nella nostra coscienza, dimostrando che staccarsi dai pregiudizi dei secoli scorsi aiuta a cambiare in meglio.

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