dal 15 al 30 ottobre
É per rinascere che siamo nati. Pablo Neruda
L’emergenza covid-19 non ha risparmiato nessuno. Ha modificato abitudini personali e sconvolto i rapporti sociali. Il mondo ha dovuto affrontare una situazione tanto critica da essere considerata una guerra globale. Una guerra imprevista e improvvisa contro un nemico così subdolo e sconosciuto che all’inizio tutte le forze in campo per contrastarlo – nessuno escluso – si sono dimostrate impreparate. Poi la situazione è lentamente migliorata e grazie alle ingenti risorse impiegate e alla mobilitazione generale della scienza lo scenario è mutato, anche se la vittoria è ancora lontana.
Come imprenditore, oltre alle preoccupazioni personali legate alla mia famiglia, ai parenti e agli amici ho dovuto, da subito, affrontare le conseguenze e le ripercussioni sulla mia azienda e sui dipendenti. La chiusura forzata e la responsabilità verso i lavoratori, senza avere la possibilità di modificare significativamente gli avvenimenti mi ha fatto sentire impotente e mi ha procurato molto disagio e rabbia. Nel contempo ho capito che dovevo reagire. Mi sono reso conto che, nonostante le limitazioni necessarie per evitare un possibile contagio mi lasciassero uno spazio di manovra assai ristretto, non potevo restare inerme. Soprattutto che era per me prioritario trovare un nuovo equilibrio personale, tale da permettermi di affrontare la situazione emergenziale nel migliore dei modi, per la mia azienda e, quindi, per i miei dipendenti.
Perdere la propria occupazione e stabilità economica erano possibilità concrete e generavano ansia e angoscia. Il virus aveva prodotto danni sulla salute dei cittadini e generato la peggior crisi economica degli ultimi anni. Era un dato reale, dal quale risultava impossibile fuggire.
L’anno 2020 era iniziato in modo positivo con delle prospettive di crescita per la mia azienda. Inoltre, a giugno avremmo dovuto inaugurare a Milano l’ADI Design Museum Compasso d’Oro, della cui Fondazione sono presidente. Inevitabile il rinvio, ma dopo il comprensibile scoramento iniziale non ci siamo arresi. Finalmente il 25 maggio 2021 abbiamo tagliato il nastro dell’inaugurazione. E’ stata un’iniezione di fiducia e di ottimismo.
In questi mesi grazie alla ricerca di quell’equilibrio a cui ho accennato e che il covid-19 aveva intaccato, ho riscoperto una mia vecchia passione: la pittura. Ho dipinto le mie sensazioni, tradotte grazie ai colori acrilici, nella serie VORTEX. Quadri che esprimono e testimoniano i miei stati d’animo e le paure di non poter uscire più da questo “vortice” infinito. E’ stata una esperienza terapeutica che mi ha permesso di riflettere e di meditare sulla mia esistenza e sul significato della nostro essere a questo mondo. Ho riscoperto valori che erano in me, ma forse un po’ sopiti. Insomma sono riuscito a trarre un vantaggio da un’esperienza negativa, ma questo non ha cancellato la ferita profonda che in me ha lasciato vivere un’esperienza di guerra… Non potrò mai dimenticare i morti e le immagini di coloro che in prima linea hanno affrontato il nemico. Già, un vortice di sentimenti contrastanti, che però riportati sulla tela mi hanno reso più resiliente e determinato.
Hubert Cursed