La vera bellezza è quando l’invisibile diventa visibile. Quando l’essenza delle cose affiora in superficie. È un idea che si può applicare non solo all’arte e alla natura, ma anche alla scienza e alla società. La bellezza è imprendibile, se allunghi la mano ti scappa, ma se la definisci come facevano i greci, allora tutto diventa possibile.”

Renzo Piano

La Fondazione San Domenico ha una ambizione: quella di contribuire, con le sue iniziative, a far riscoprire e valorizzare peculiarità, storie e realizzazioni che fanno dell’intero territorio cremasco un unicum.
È così che, ad esempio, sono nate le due mostre (2016 e 2017), con relativi cataloghi, sulle “opere dei pittori cremaschi nelle collezioni private”.
È così che, nel 2019, abbiamo proposto i “percorsi d’arte del XIX secolo nel cremasco”, presentando una pubblicazione ed una inedita mostra di bozzetti, spolveri ed affreschi, recuperati sempre presso privati collezionisti.
Sono, infine, rispettivamente del 2019 e del 2020 le due mostre “Crema Veneziana” e “Crema Curiosa”, che, grazie anche ai due libri che le hanno accompagnate, hanno consentito di riscoprire storie antiche e, spesso, assolutamente inedite, affascinando i lettori e le migliaia di visitatori che hanno frequentato le gallerie della Fondazione.

E oggi, passata la tempesta da covid, riprendiamo una tradizione di studio, ricerca e valorizzazione della nostra storia, presentando una nuova mostra: “Crema di bellezza”. Titolo appositamente evocativo e, in parte, volutamente fuorviante.
Volutamente fuorviante perché la nostra attenzione non si è tanto appuntata sul mondo della storia, dell’arte e del costume nelle sue varie manifestazioni, cioè a quanto comunemente rimanda il termine bellezza, ma questa volta ci siamo concentrati su un settore tanto vitale per la società quanto sconosciuto ai più: il mondo industriale.
L’assunto alla base della nuova proposta è questo: il mondo produttivo cremasco si è spesso distinto per una particolare attenzione non solo alla qualità “tecnica” del prodotto, ma anche alla sua bellezza.
Dove per bellezza non si intende, solamente, la qualità estetica.
Bellezza, nel mondo della produzione, vuol dire anche attenzione al benessere di chi opera, alla qualità della vita, al rispetto dell’ambiente, secondo quelli che sono i canoni, ampiamente condivisi, di industriali del calibro di Adriano Olivetti.
Non un bello di maniera, quindi, o fine a stesso.
La ricerca della bellezza in un edificio, in un prodotto, in una campagna pubblicitaria può essere una forma di riconoscimento dell’anima dei luoghi e di rispetto per la sensibilità delle persone coinvolte nella vita dell’azienda.

Ecco: di questo parla la mostra “Crema di bellezza”.
Vogliamo mostrare come la ricerca, vorrei dire anche etica, di forme belle e non solo funzionali, come anche la cura all’ambiente ed il rispetto delle persone hanno spesso caratterizzato la parte migliore dell’imprenditoria del nostro territorio.

Le fabbriche del bello
Raccontiamo, perciò, storie di avventure imprenditoriali di oggi e di ieri, storie di prodotti d’eccellenza e storie di aziende insignite del “Compasso d’oro”.
Ma parliamo anche di imprese del territorio e di realizzazioni che, pur non insignite del Compasso d’oro, ne hanno naturalmente adottato la filosofia.
Riportiamo pure testimonianze, per noi significative, che ci parlano di attività individuali mai assurte ad impresa, ma emblematiche di un tessuto sociale in cui affondano le loro radici tante imprese di successo.
In collaborazione con l’Associazione Design Industriale, che ha patrocinato il nostro progetto, presentiamo oggetti provenienti, in via del tutto straordinaria, dal Museo ADI di Milano.
Ci occupiamo perciò, delle macchine Olivetti, delle barche Alpa, dei mobili Icas, tutti nati nel territorio ed insigniti del Compasso d’oro.
Ma esponiamo e raccontiamo anche i prodotti di prestigiose aziende, locali e non, che, con la qualità e la bellezza delle loro realizzazioni, hanno a loro volta raggiunto riconoscimenti e successi internazionali (Magil, Cieffe etc).
Uno spazio particolare, infine, lo dedichiamo all’arte organaria, una specialità e una gloria del nostro artigianato e che ha realizzato capolavori di altissimo pregio sparsi in tutto il mondo.
Gli architetti artisti
Ma non parliamo solo di oggetti: anche le forme della comunicazione, come i manifesti pubblicitari, ad esempio, contribuiscono a creare l’immagine della bellezza.
Senza dimenticare le architetture industriali, che, grazie agli imprenditori e alla capacità dei progettisti, si sono caratterizzate come strutture esteticamente gradevoli e rispettose dell’ambiente.
Un capitolo speciale è, poi, dedicato alle figure di quelli che abbiamo definito gli “architetti artisti”, cioè a quei professionisti che, nel disegnare costruzioni, piani regolatori, insediamenti industriali, non hanno mai dimenticato nelle loro realizzazioni di essere anche artisti, pittori, poeti, inventori futuristi.

Storie di antica bellezza
Infine, a sostegno della tesi per cui l’attenzione all’equilibrio ed al bello nel mondo della produzione nel nostro territorio ha radici antiche, scaviamo nei secoli con due interessanti ricerche storiche:
• la storia dell’insediamento nel cremasco di un convento degli Umiliati in cui prese avvio la produzione dei lini (i lini del cremasco giunsero ad essere ritenuti, a quei tempi, persino superiori a quelli più celebri delle Fiandre). Un insediamento produttivo che, si ipotizza, potrebbe essere stato la remota origine della nascita a Crema, nel 1860, dell’opificio Maggioni divenuto poi, nel 1875, Linificio e Canapificio Nazionale, a Porta Ombriano, in “territorio umiliato”
• la riscoperta dello statuto dei battilana di Soncino del 1511, considerato come uno dei primi modelli di Statuto dei Lavoratori, e perciò originale esempio di attenzione nei confronti del benessere nel mondo del lavoro.
Cosmetic Valley?
In sostanza: la scelta del titolo “Crema di bellezza”, nella nostra narrazione, sintetizza quella che può essere considerata, a buon titolo, una peculiarità del territorio.
E non a caso la mostra, ed il testo che l’accompagna, si completano con un accenno alla storia e alle realizzazioni delle aziende della cosmesi che si sono affermate a livello europeo, tanto da far individuare il cremasco come un polo nevralgico per la creazione di prodotti per l’intero settore Logico sbocco di una vocazione territoriale alla bellezza?

Giuseppe Strada
Presidente della Fondazione San Domenico


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